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Sopravvivere al gioco: il thriller d'azione con Ice-T e Rutger Hauer



Ciò che rende profondamente, tragicamente, psicologicamente insopportabile il naufragio della Nazionale di calcio non è la evidente inettitudine professionale dei giocatori o la confusione mentale del loro Commissario Tecnico ("Mister", forse da "Mistero" nella semantica del pallone italiano). E' la impossibilità di dare questa volta la colpa ad altri.Non si può inveire contro l'arbitro cileno che semmai si è messo la benda sugli occhi di fronte a un rigore a favore dei nostri avversari sullo zero a zero. Non si può maledire il clima, che era caldo ma neppure lontanamente paragonabile ai forni americani del '94 o tedeschi del 2006, dove pure gli Azzurri di Sacchi riuscirono a sopravvivere fino alla Finale e quelli di Lippi a vincerla. Non si possono immaginare manine o manone del Sistema, di Poteri Forti, Troike, Bilderberg, Trilaterali, Gnomi di Zurigo, turpi banchieri imperialisti, raccomandati, agenti della Cia, essendo improbabile che la piccola, dignitosa, bellissima eppure marginale Costa Rica faccia parte di una Kasta calcistica mondiale intenta a tormentare proprio noi, la Grande Proletaria. La Costa Rica è conosciuta, oltre che per le sue spiagge, soltanto per le banane e il cioccolato, settori nei quali l'Italia, celebre per il banana e per i cioccolatai, modestamente non ha nulla da invidiare a nessuno.Il nostro insopprimibile e confortante vittimismo, quello che deve sempre vedere una causa esterna nei nostri guai personali o collettivi ed esclude a priori ogni responsabilità individuale, la nostra radicata cultura del "c'hanno arrubato la partita" si è schiantata a Recife contro la semplice evidenza di un avversario che ha lavorato meglio di noi e non c'ha arrubato proprio niente. Non ci sarà nessuna Costaricopoli a consolarci.Nessun Komplotto di Kattivi a spiegare perchè Chiellini si perda l'attaccante, Balotelli si perda i gol fatti e Thiago Motta non avrebbe mai potuto vestire la maglia del Brasile.Questa sensazione terribile scava un vuoto psicologico vertiginoso, un abisso sul quale non vorremmo affacciarci perchè sul fondo si intravvede il dubbio che se ci siamo fatti suonare da una dignitosa, ordinata squadretta di calcio, se abbiamo un debito pubblico mostruoso, se abbiamo un'amministrazione pubblica che fa schifo, se abbiamo un sistema giudiziario che impiega lustri per deliberare su una causa condominiale, se per (non) costruire un mostro scellerato come il Mose o una indispensabile variante di valico per la A1 occorrano decenni e miliardi truffati, se grandi strade siano ridotte a budelli per le auto e i furgoni in seconda fila, se non funziona una mazza, se... se... se..., non sia colpa dell'arbitro cornuto, ma dei giocatori. Cioè anche nostra. Per favore, aridatece er gomblotto.




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@ ubimel 26 giugno 2014 alle 12:45Il razzista sei tu che ritieni che se si è donna si ha diritto di dire qualsiasi caz zata senza pagare dazio.rosalba l'ha sparata grossa e viene giustamente mazziata.E non è finita. Si ricordi rosalba che forse lei penserà di stare dalla parte dei deboli, ma in verità si è schierata con coloro che vogliono derubare gli italiani delle loro ricchezze per mantenere un regime di parassiti. Oramai anche i piu' decerebrati hanno capito il gioco: se la prendono con gli evasori e gli esportatori di capitali con la scusa di un sistema fiscale più equo ma dietro c'è un piano per espropriare gli italiani dei loro soldi in banca e delle loro case per arricchire i soliti noti.Attenta rosalba anche i nobili che sono finiti sulla ghigliottina pensavano di agire per il bene del popolo.


Altra cosa era invece se la tua domanda iniziale rifletteva uno stereotipo classico italiano: se cioè siamo troppo individualisti; la mia risposta è di nuovo che proprio nel calcio, in Italia, è forte il concetto che si possa vincere solo attraverso il gruppo, il gioco di squadra, la preparazione. Non ci manca, nel calcio, quel tipo di mentalità; o almeno non ci mancava.


Se proprio dovessi fare un'analogia preferisco parlare di questa maledizione nazionale di affidarsi sempre all'uomo della provvidenza (che poi per ironia della sorte si rivela sempre l'uomo sbagliato), di voler raggiungere l'obiettivo battendo scorciatoie piuttosto che la strada che tutti percorrono, prediligere la furbizia usando metodi da ladruncoli per aprire il grimaldello. Ma vorrei parlare semplicemente di calcio.A Fra' Prandelli è stato affidato il compito di ricostruire una nazionale dai cocci lasciati a Johannesburg il 24 giugno di quattro anni fa. In mezzo un'europeo in cui si è arrivati in finale per opera dello spirito santo - 4 pappine dagli spagnoli prendi e porta a casa - e le prove generali della confederation cup in cui purtroppo, e dico purtroppo, dopo aver vinto non si sa come una partita allucinante contro il Giappone che ci ha letteralmente presi a pallonate, e visto il calo della Spagna in finale, è maturata l'idea del colpo grosso, francamente fuori da ogni portata. Così, ii suo progetto di costruire una squadra nuova, giovane, meritocratica e che fosse regolata addirittura da principi etici, è stato mutato in corso d'opera, corrotto e inficiato da tante contraddizioni e alla fine egli ha pensato (male) di affidarsi a Balotelli, un giocatore che non serve a niente e che qualche addetto ai lavori si è permesso di definire il giocatore più forte del mondo dopo Messi e CR7 ma che venti milioni di italiani hanno ben potuto vedere ieri sera, come si dice in gergo, fare il fosso.In realtà il tasso tecnico della nazionale è medio basso: se una delle colonne portanti si chiama Chiellini, se veste la maglia azzurra Thiago Morto e barbarossa, misterseimilioninettiallanno (avete capito bene?), è il giocatore più pagato del campionato italiano e il giocatore italiano più pagato al mondo; se l'unico Giocatore di calcio che abbiamo si chiama Pirlo e ha 35 anni suonati e tutti gli altri fanno fatica a stoppare il pallone, se il capocannoniere del campionato se ne sta in panchina e Insigne e Cassano vengono preferiti a PepitoRossi... se... se... se... non sei assolutamente nessuno e puoi perdere con chiunque. Figuriamoci con una squadra ben organizzata come il Costarica.La voglia di fare il fenomeno del pavido fraticello, messa al sicuro con due anni di rinnovo contrattuale prima della partenza - eh beh, anche lui tiene famiglia - alla fine si è concretizzata in una serie di scelte sbagliate. Gobbo nell'anima com'è, avrebbe almeno potuto giocare nella maniera più semplice e naturale: il 532 gobbo, i tre centrali della Juve più due esterni, Pirlo barbarossa e Marchisio a centrocampo e due quazzo di punte: Balotelli e il capocannoniere del campionato, che essendo meno Immobile di lui gli crea lo spazio. E invece no,Per quanto mi riguarda, non serve l'esito dell'ultima partita con l'Uruguay, che immagino sarà la solita tragedia all'italiana, per capire che una qualificazione in queste condizioni, che probabilmente arriverà dopo aver giocato una partita in trincea per strappare un punto, di fatto non ha nessun senso. Perché il tecnico non ha saputo dare un'anima alla squadra, che sembra un'amalgama confuso di gente che non sa cosa fare e come farlo.Il calcio è un gioco, uno spettacolo, vada avanti chi diverte o almeno chi lo gioca e lo onora. Noi giochiamo a volerci essere a tutti i costi senza nemmeno sapere chi siamo e ciò rischia di rendere tutto ridicolo se non grottesco.


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